RELAZIONE SUL CODICE DEONTOLOGICO DEGLI AUTORI

Cari Amici,
è noto che nel mese di dicembre 2012, Gino Paoli, Mogol, Mario Lavezzi, Franco Micalizzi e altri importanti autori decidevano di porre, come primo punto del programma della Federazione Autori, il riconoscimento della figura giuridica dell’Autore e che a tal fine era stato chiesto di approfondire la legge sulle professioni non organizzate (Legge approvata a dicembre nel 2012 e pubblicata nella GU a gennaio del 2013).

In sede di Consiglio di Sorveglianza SIAE del 30 settembre 2014, a seguito di un intervento del Presidente Gino Paoli, era stato discusso e trovato meritevole di ulteriore studio e di implementazione tale progetto.

A seguito delle ulteriori sollecitazioni fatte dagli Autori, il Consiglio Direttivo della Federazione Autori ha proceduto alla stesura della bozza delle norme di autoregolamentazione per costituire delle forme aggregative con funzione di promozione, qualificazione delle attività professionali degli autori e di divulgazione delle informazioni e delle conoscenze ad esse connesse e di rappresentanza delle istanze comuni nelle sedi politiche e istituzionali.

Era stato sottolineato che esistono anche altri iter per il riconoscimento della figura giuridica dell’autore ma era stato ritenuto utile procedere quanto prima, utilizzando la legge sulle professioni non regolamentate in quanto gli Autori, attraverso le loro associazioni di natura privatistica fondate su base volontaria, possono promuovere la formazione professionale permanente dei propri iscritti, adottare un codice di condotta, vigilare sulla condotta professionale degli associati, definire le sanzioni disciplinari da irrogare agli associati per le violazioni del medesimo codice e promuovere forme di garanzia e tutela degli autori.

Era stato rilevato anche che le medesime associazioni possono rilasciare ai propri iscritti delle attestazioni su molteplici aspetti fra i quali la regolare iscrizione del professionista, i suoi requisiti e i propri standard qualitativi.
Col medesimo progetto era stata anche ipotizzata la possibilità di stipulare polizze assicurative e costituire una forma di previdenza e assistenza complementare per gli Autori.

Era stato osservato anche che, quando il testo della legge del 2013 fu approvato dal Senato, la Senatrice Annarita Fioroni, relatrice del provvedimento, spiegò come: “questa Legge non voleva e non poteva regolamentare migliaia di settori creando Albi come quelli dei Medici, Ingegneri e Architetti”.

La disciplina delle professioni rientra infatti, ai sensi dell’articolo 117, comma 3, della Costituzione, espressamente richiamato dall’articolo 1, comma 1, del T.U., nell’ambito della competenza legislativa concorrente.

La legge quindi è stata ritenuta uno strumento moderno di natura liberistica che ratifica in parte anche le raccomandazioni dell’Unione Europea in materia di libertà nelle professioni, con il fine di valorizzare le competenze dei professionisti.
In definitiva, con questa legge viene data attuazione al principio della liberalizzazione delle professioni che, oggi, non devono avere un espresso riconoscimento legislativo per essere riconosciute dall’ordinamento giuridico.

E’ utile chiarire che la Legge delle professioni non organizzate, fondata sul principio moderno della liberalizzazione delle professioni, non prevede una categoria di lavoratori di serie B rispetto a quelli appartenenti alla categoria delle professioni riconosciute con legge e non vuole “disturbare” gli ordini professionali esistenti, ma permette alle associazioni di categoria, di tipo privatistico, di autoregolamentarsi e di stabilire che i propri iscritti abbiano i requisiti richiesti per appartenere ad una determinata professione e di poter quindi garantire una prestazione professionale secondo i migliori standard di mercato.
Inoltre, la corretta applicazione di questa Legge permette di attuare dei meccanismi che impongano alle Istituzioni l’obbligo di dialogare con le relative associazioni quando si discute dei loro diritti.

Pertanto, una giusta aggregazione delle associazioni degli Autori darà forza ai diritti dei “lavoratori” che ne fanno parte e darà voce alle loro richieste davanti alle Istituzioni.

Queste sono le ragioni che hanno indotto la Federazione Autori ad approvare il 13 ottobre scorso la bozza del codice deontologico e a volerla presentare alle altre associazioni più rappresentative del panorama musicale per condividerlo previa ogni eventuale e opportuna rivisitazione.

Una volta creato un codice valido per tutte le associazioni più rappresentative, seguirà l’iter previsto dalla legge per eseguirne il deposito presso i Ministeri competenti.
Così si potrà pretendere dalle Istituzioni di essere tenuti in considerazione come categoria di lavoratori creativi di opere musicali.

La Federazione Autori ringrazia tutti coloro che vorranno collaborare al progetto.

Clicca qui per consultare la prima bozza del codice deontologico approvato dal Consiglio Diretttivo della Federazione Autori

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